Il disturbo ossessivo compulsivo

DiDott. Marco Amendola

Il disturbo ossessivo compulsivo

La presenza di una irragionevole ma transitoria ossessione (cioè un’idea fissa o una spinta a fare qualcosa), o di atti ripetitivi (soprattutto mentali o scaramantici) non sono rari nella vita di chiunque: quanti di noi, ad esempio, prima di uscire o di addormentarsi, controllano ripetutamente il gas? E’ cosa ben diversa parlare di disturbo ossessivo-compulsivo, in quanto, in questo caso le ossessioni e le compulsioni sono così pervasive da causare disagio marcato, sofferenza ed interferiscono con il normale funzionamento sociale e lavorativo della persona: non a caso infatti, il termine “ossessivo-compulsivo” deriva da obsidere (assediare, occupare) e compellere (costringere, obbligare, forzare).
Il disturbo ossessivo- compulsivo è un disturbo d’ansia caratterizzato da preoccupazioni eccessive, persistenti e spiacevoli, involontarie ma ineliminabili (ossessioni), e da comportamenti ripetitivi, rituali rigidi (compulsioni), perlopiù tesi a ridurre l’angoscia generata dai pensieri stessi: la parola ossessione fa quindi riferimento ai pensieri, mentre compulsione agli atti.
I pensieri ossessivi presentano tre caratteristiche fondamentali: un sentimento soggettivo di obbligatorietà, una tendenza a resistervi e il mantenimento della consapevolezza. La persona affetta infatti, sa che si tratta del suo proprio pensiero, che essi quindi hanno origine interna, e che il fatto di continuare a pensare (e quindi poi a fare) dipende dalla sua volontà; può quindi decidere di non pensare (e non fare) in quella particolare occasione, ma poi lo fa, e la volontà è vinta, soprattutto perché è tormentato dal dubbio di cosa potrebbe succedere se interrompesse quella routine, e tutto ciò non fa che aumentare l’autocritica e la sofferenza.
Le ossessioni più comuni sono:
-di sporco e contaminazione (paura o disgusto nei confronti delle secrezioni corporee, preoccupazioni per la sporcizia e le infezioni, per i contaminati ambientali, quali le radiazioni);
-dubitative (timore di non aver svolto in modo corretto atti estremamente comuni nella quotidianità)
-di aggressività, verbale o fisica (auto o etero diretta);
-interrogative;
-filosofico – esistenziali;
-numeriche: calcoli,date;
-sessuali (pensieri, immagini o impulsi proibiti o perversi o violenti);
-religiosi (preoccupazioni di bestemmia, di sacrilegio);
-ossessioni di raccolta e di conservazione di oggetti;
-ricordi coatti (canzoni, melodie);
-somatiche (preoccupazione di malattia, eccessiva preoccupazione per parti del proprio corpo o del proprio aspetto).
Le compulsioni generano ulteriore ansia sia per il bisogno di svolgere l’azione sia di resistervi, al fine di mantenere una qualche forma di accettabilità sociale. In effetti, nonostante ampie aree della vita del paziente siano implicate nei rituali compulsivi, è spesso osservabile come gli ossessivi lascino fuori altre aree dalla loro ossessività. Può capitare, ad esempio, che un paziente che arriva ad escoriarsi le mani per i continui lavaggi e che dedica gran parte del suo tempo a perseguire la pulizia, vada a lavoro con una macchina sporca e malandata e lavori in un ufficio sporco!
Tutto questo perché la consapevolezza dell’assurdità e della stranezza di tale situazione determina nei pazienti un’ansia gravissima, ma allo stesso tempo li induce a nascondere questa loro condizione a causa della vergogna che provano; è spesso questa vergogna a far sì che dall’insorgere del disturbo alla ricerca di un aiuto, passino in media 15 anni, a differenza di quanto avviene con gli altri disturbi d’ansia.
Le compulsioni più frequenti sono:
-rituali di pulizia personali e/o domestici (i cosiddetti lavatori-pulitori);
-rituali di controllo (ad esempio, del gas, della luce, dell’acqua);
-rituali di simmetria e di ordine ( ad esempio, determinati oggetti devono essere perfettamente allineati, simmetrici e ordinati secondo una logica precisa);
-rituali di iterazione (ad esempio, rilettura, riscrittura, ripetizioni di atti magici);
-rituali di raccolta e di conservazione.
Tra le manifestazioni più ricorrenti, e quindi tra le associazioni più frequenti, vi sono:
-ossessioni di contaminazione e rituali di pulizia, nel qual caso, l’eccessiva paura dello sporco può essere “placata” da lavaggi ripetuti;
-ossessioni dubitative e rituali di controllo, nel qual caso dubbi sul non aver compiuto una determinata azione costringono a controlli infiniti.
Le ossessioni e le compulsioni possono essere semplici ( ad esempio, una sequenza di poche parole può continuare a girare nella testa e si cerca di resistervi), o complesse e ritualizzate ( ad esempio, cercare di chiudere la portiera dell’auto dopo essere scesi e trovarlo molto difficile perché si teme che l’atto di chiudere possa scatenare pensieri osceni, sgradevoli e ripetitivi. Per questo motivo mettere in atto delle strategie per mettere l’auto in certi posti, controllare tutte le portiere prima di partire, controllarle di nuovo dopo essersi allontanati e aver girato la chiave guardando in una particolare direzione).
Tutto questo compromette il normale svolgimento della vita della persona.
I criteri per poter diagnosticare un disturbo ossessivo- compulsivo, sono i seguenti:
(A)
-OSSESSIONI :
-pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo come intrusivi o inappropriati e che causano ansia e disagio marcati;
-i pensieri, gli impulsi o le immagini non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale;
-la persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri , impulsi o immagini, o di neutralizzarli con latri pensieri o azioni;
-la persona riconosce che i pensieri, gli impulsi o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente.
-COMPULSIONI :
-comportamenti ripetitivi ( per esempio, lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali ( per esempio, pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere rigidamente applicate;
-i comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti, comunque questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.
(B)
In qualche momento nel corso del disturbo la persona ha riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive e irragionevoli.
(C)
Le ossessioni o le compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo ( più di un’ora al giorno) o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali.
La persona inoltre inizia ad evitare situazioni che potrebbero causargli disagio e a limitare in questo modo luoghi da frequentare, attività da svolgere insomma, a limitare la sua vita.
Le ossessioni sono” primarie”, nel senso che possono presentarsi anche senza essere accompagnate da compulsioni, che sono quindi definite” secondarie”: circa il 25% dei pazienti ha un disturbo ossessivo puro.
E’ importante capire che da soli è difficile affrontare il problema per cui, è necessario rivolgersi ad uno specialista, uno psicoterapeuta il quale potrà sicuramente aiutare la persona ad uscire da questa sorta di circolo vizioso in cui si trova, senza giudicarlo.
Il suo intervento sarà finalizzato a ricostruire col paziente il significato dei pensieri ossessivi in modo che questi possano ridurre la loro frequenza o scomparire e comunque, essere meno dolorosi.
Per frenare le compulsioni lo psicoterapeuta userà la tecnica che ritiene più adatta a questo fine, anche in base alla sua formazione e specializzazione.
Bisogna innanzitutto lavorare sui sintomi, ma anche andare ad indagare sulla presenza di eventuali recenti perdite, stress e altri eventi che hanno potuto scatenare l’angoscia.
A volte può essere utile capire che è del tutto normale avere pensieri ossessivi e comportamenti ripetitivi, ma solo se questi non risultano essere esagerati.
Alcune ossessioni e compulsioni possono andare incontro a remissione quando la persona che ne è affetta riesce ad esprimere i sentimenti che ha provato nel corso di alcune esperienze difficili, soprattutto il dolore, la rabbia e la delusione che si provano quando si scopre che è possibile controllare ossessioni e compulsioni.

BIBLIOGRAFIA

Andrew Sims, Introduzione alla psicopatologia descrittiva, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2004

Umberto Galimberti, Enciclopedia di Psicologia, Torino, Garzanti, 1999

DSM-V-TR

PDM Manuale diagnostico psicodinamico, Raffaello Cortina editore marzo 2008.

Kaplan Harold I., Sadock Benjamin J., Psichiatria Clinica, Torino Centro Scientifico Editore, 2003

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