La fobia sociale

DiDott. Marco Amendola

La fobia sociale

La fobia sociale è un disturbo caratterizzato dalla paura di esporsi o trovarsi in situazioni sociali e di ricevere giudizi negativi dagli altri.
Il soggetto teme di apparire imbarazzato, di essere considerato ansioso, valutando negativamente l’esito delle proprie prestazioni.
Le manifestazioni più diffuse del disturbo sono la paura di stare tra la gente, di mangiare e parlare in pubblico, di arrossire e di scrivere davanti agli altri.
È possibile distinguere due tipi di fobia sociale: semplice, quando la persona teme solo una o poche situazioni; generalizzata, quando invece teme pressoché tutte le situazioni sociali.

Il soggetto teme un deficit delle sue prestazioni, che gli altri possano giudicarlo negativamente e le sue reazioni somatiche.
Infatti l’ansia anticipatoria gli provoca sudorazione intensa, secchezza delle mucose, tachicardia e vampate di calore.
Il soggetto ansioso mette in atto meccanismi di evitamento ad esempio evita luoghi pubblici e di parlare in pubblico.
Tutto ciò provoca un alterazione del suo funzionamento sociale, lavorativo e personale.

Prendiamo il caso di un uomo d’affari che per lavoro debba prendere spesso parola in presenza di altre persone e che sia affetto da questo disturbo, egli molto probabilmente rinuncerà a parlare per evitare imbarazzo ed umiliazione.
Evitare la situazione potrebbe creargli dei problemi in ambito lavorativo e rafforzare la convinzione che le sue prestazioni siano disastrose. Inoltre i soggetti con fobia sociale sono consapevoli dell’irragionevolezza delle loro paure e si rendono conto del fatto che queste siano eccessive.
Altri comportamenti di evitamento sono detti “protettivi” e sono per esempio camminare lentamente, stare seduto senza muoversi, avere le mani in tasca insomma, fare di tutto per “farsi notare” meno possibile.
Forme diffuse del disturbo sono la fobia scolare in età evolutiva e la fobia per gli esami in età giovanile.

Tra gli studenti universitari, è presente un alto tasso di ansia per l’esame che si differenzia dalla normale tensione tipica della situazione d’esame che invece può essere utile perchè rende più produttivi. Spesso pur avendo studiato per l’esame i soggetti non lo sostengono, evitando cosi la situazione che gli provoca ansia.
L’ansia da prestazione è spesso motivo di sofferenza e di abbandono degli studi, del lavoro e degli impegni.
Il soggetto con disturbo d’ansia sociale può spesso evidenziare altri disturbi come conseguenza del cronicizzarsi del problema ansioso. Uno di questi disturbi aggiuntivi può essere un disturbo depressivo, il quale può manifestarsi come conseguenza del perdurante scoraggiamento, della demoralizzazione e, alcune volte, della disperazione.
Un altro disturbo spesso presente è il disturbo di panico che può associarsi alla fobia sociale o, altre volte, essere preesistente.
Un’ulteriore complicanza è data dall’abuso di alcol, sostanze o farmaci: la condotta di abuso può rispondere ai tentativi del soggetto di trovare un rimedio ai sintomi d’ansia. Si pensi ad esempio come, tra i giovani, l’uso di alcol, entro un certo dosaggio, sia diffuso anche per l’effetto facilitante, disinibitore, nelle relazioni sociali.

Solitamente questo disturbo si presenta tra i 15 e i 20 anni.
E’ frequente rilevare tale condizione di disagio dopo molti anni dall’esordio, in quanto il soggetto non chiede un aiuto professionale a causa della natura delle proprie convinzioni ansiose.
Anche quando si rivolge ad uno psicologo o psicoterapeuta, il momento dell’incontro è difficile in quanto la situazione di valutazione rappresenta essa stessa un evento potenzialmente fobico.
Il tempo trascorso in sala d’attesa prima dell’appuntamento, l’incontro con il clinico per la prima volta, il dover parlare del timore e dell’ansia provata nelle interazioni interpersonali possono provocare alti livelli d’ansia nel soggetto.
È importante che egli sappia che lo psicologo lo farà sentire a proprio agio offrendo rassicurazione ed empatia e aiutandolo a superare il disagio che, se non curato, andrebbe sicuramente verso una cronicizzazione.

Bibliografia

Vittorio Cei, Panico e fobie. Le risposte a tutti i dubbi. Franco Angeli, 2002.

Adriano Purgato, Fobie. Le nuove ossessioni del XXI secolo. Castelvecchi, 2006.

American Psychiatric Association, DSM-IV-TR. Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Masson , Milano, 2001.

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